sabato 30 dicembre 2006
venerdì 29 dicembre 2006
Intervallo pubblicitario
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 23:55 3 commenti
giovedì 28 dicembre 2006
Da grande voglio morire al telegiornale.
E se mi do da fare, potrei anche organizzare un reality show con tanto di eliminazione. La mia, è ovvio. Tanto alla gente che je frega della sofferenza di un malato terminale, l'importante è fare audience!
Infatti una diffusa credenza popolare vuole che la parola eutanasia siginifichi "morte non dolorosa provocata o accellerata con mezzi che interrompono l'agonia degli ammalati incurabili". Ma no! Il termine eutanasia vuol dire tv-verità! Maria De Filippi! Audience! Pubblicità e ascolti!
E di Saddam che ne pensate? Lo facciamo morire subito? Ma no! Ma se ancora devono andare in onda le puntante in cui si scoprirà che il colpevole dell'uccisone di tutti quegli sciiti è il maggiordomo di Bin Laden che, per l'occasione, si è nascosto tra le desolate steppe di Ariccia (in provincia di Roma)... Come dite? Riusciamo a liberare ostaggi italiani rapiti su altri pianeti dagli extraterrestri e Bin Laden ancora non si sa che fine abbia fatto?
Quasi dimenticavo... Tempo fa un giornale francese affermava che il leader di Al Qaeda fosse morto, di colera. A saperlo prima avremmo mandato in onda anche la sua di morte, almeno il poveretto avrebbe avuto qualche mese in più di vita.
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 13:43 1 commenti
martedì 26 dicembre 2006
Non voglio fare il Babbo Natale!
Le canzoni di Natale offenderebbero i bambini musulmani! D'altronde, tutti sappiamo il perché del caos in Medio Oriente. L’Antoniano di Bologna non vuole restituire i territori al popolo palestinese. E Hamas, inoltre, ha detto che non finiranno gli attacchi sino a che il Coro dell’Antoniano non la pianterà di cantare “Le tagliatelle di Nonna Betsabea”.
Niente presepi nei supermercati. In alcuni c’è solo quello itinerante con i testimonial. Nel settore falegnameria c’è come testimonial San Giuseppe. Nel settore infanzia c’è come testimonial la Madonna. Gesù invece è alle casse perché ha smarrito i genitori. In America hanno addirittura vietato i cartelloni del film Nativity, perché le immagini che raffigurano soggetti sacri “disturbano la gente dallo shopping”: -Amore, facciamo un salto anche in Chiesa?- Oh, no: ci sono stato una volta. Vendono solo panche. (Dicono che Nativity non sia un granchè come film. Lo hanno proiettato in Vaticano, alcuni cardinali si sono alzati a metà, usando la scusa: “Che ore sono? Caspita! Ho l’aereo che mi parte per il pellegrinaggio a La Mecca!”).
Natale è la festa in cui gli adulti tornano bambini. E la cosa ormai è diventata facile visto che i bambini, oramai, pensano sempre piu’ come gli adulti. Secondo un sondaggio, infatti, le cose più desiderate dai bambini sarebbero celebrità, bellezza e ricchezza. Ma ci sono anche i bimbi idealisti: sognano sempre di ottenere celebrità, bellezza e ricchezza ma senza dover sposare Brooke Logan. Una volta i bambini desideravano la pace nel mondo, non di diventare celebri! Ormai siamo arrivati al punto che, se intervistano Miss Italia e le chiedono cosa desidera, lei risponde la pace nel mondo. Se intervistano una bambina e le fanno la stessa domanda, lei risponde "diventare Miss Italia".
Io vorrei sapere a cosa giocano questi bambini per avere desideri del genere! Mio nipote, per Natale, mi ha chiesto il Billionaire della Giochi Preziosi! Avendo come desideri la celebrità e la ricchezza, Babbo Natale quest’anno ha portato ai bambini la tessera di Forza Italia. Dopotutto chi se non Berlusconi può essere un modello per i bambini: è celebre, è ricco, e qualsiasi cosa succeda, dice sempre: “Non è colpa mia!” Boom di Forza Italia tra i giovanissimi: Dell’Utri ha chiamato un sacco di bambini nei suoi circoli culturali. E ne è entusiasta: i bambini gli stanno insegnando un sacco di cose.
Giorni fa la convention di Forza Italia in un asilo. La Gardini si è messa ad urlare perché c’era un maschio nel bagno delle femmine. Stavano cambiando il pannolino a Bondi. Per i bambini che invece desiderano essere prima di tutto belli, Babbo Natale porterà la tessera dell’Udc. Mi dispiace per Casini: quest’anno riceverà un doppione. Sempre secondo il sondaggio citato tra i bambini Dio è al decimo posto tra le cose importanti. Dopo la celebrità, la bellezza, la ricchezza. Dobbiamo preoccuparci di questo? Noooo! Dopotutto è Dio, mica Lele Mora! Auguri Italia!
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 16:13 0 commenti
lunedì 25 dicembre 2006
Non comprate le TV LCD!
Prima che il campo elettrico sia applicato, la luce può passare attraverso l'intera struttura, e, a parte una piccola parte di luce assorbita dai polarizzatori, l'apparecchio risulta trasparente. Quando il campo elettrico viene attivato le molecole del liquido si allineano parallelamente al campo elettrico, limitando la rotazione della luce entrante. Se i cristalli sono completamente allineati col campo, la luce che vi passa attraverso è polarizzata perpendicolarmente al secondo polarizzatore, e quindi è bloccata del tutto. Il pixel, quindi, apparirà non illuminato. Controllando la torsione dei cristalli liquidi in ogni pixel, si può controllare quanta luce far passare, corrispondentemente illuminando il pixel.
La grandezza dello schermo si misura in diagonale utilizzando il pollice come unità di misura, i più grandi, adatti alla visione della TV ad alta definizione, arrivano a 65 pollici con una risoluzione di 1920 X 1080 pixel che, come vi dicevo prima, in relazione alla grandezza dello schermo è proporzionalmente troppo troppo bassa per avere immagini decenti.
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 17:04 4 commenti
venerdì 22 dicembre 2006
La nostra web radio personale
Ma non ero solo in questo progetto. Al mio fianco c’è sempre stato un carissimo amico e maestro di grandi insegnamenti: Marco Lolli. Qualcuno di voi avrà già sentito questo nome nel programma di Fiorello e Baldini, Viva Radio Due, in onda sulle frequenze di Radio Rai. Marco infatti è colui che contribuisce in maniera fondamentale al programma, perché né è il regista.
Da solo, senza il suo aiuto, avrei sicuramente commesso molti errori tecnici e di messa in onda. Invece abbiamo preferito unire le forze, e i risultati si sono visti. Così, dopo tante e tante difficoltà è nata LolliRadio (www.lolliradio.net) che, come avrete notato, è stata intestata al cognome di Marco e ora capirete il perché.
Le web radio sono di due principali tipologie: profit o no profit. Le prime possono ospitare sul proprio portale e durante la messa in onda delle pubblicità, le seconde invece devono unicamente rispecchiare degli interessi personali senza alcun tipo di inserzione che faccia ottenere dei guadagni. Ci sono ovviamente delle differenze a livello di costi di mantenimento ma, entrare nei particolari sarebbe troppo dispersivo.
Ma vediamo come il mio amico Marco Lolli descrive nei particolari questa esperienza.
"Le difficoltà più grandi nel gestire una webradio sono molte, ma questo vale se si vuole intendere la webradio non come un giocattolo per stupire gli amici ma come un vero e proprio media. Abituati ad ogni difficoltà nell’ambito di una stazione radio “vera” (cioè che trasmette in FM con la sua concessione, i suoi ponti radio e i suoi impianti di alta e bassa frequenza), pareva che la libertà del web fosse tale anche nella gestione tecnica e strutturazione. Non è esattamente così.
Anzitutto in un Paese dove si parla tanto di banda larga ma basta un attacco virus ai server Dns per far inginocchiare la quasi totalità di Internet, la difficoltà più grande è cercare di arrivare con una connessione il più stabile e pulita possibile, generando streaming di vario formato per “arrivare” a tutti i pc, con tutti i sistemi operativi (ecco perché la nostra scelta di 4 streaming diversi in tutti i formati più gettonati e qualitativamente migliori, tra cui lo standard Windows Media Player, l'innovativo e superpotente ACC Plus e le connessioni per Macintosh).
I costi principali :
900 euro per ogni licenza il sistema di automazione, comprensivo di modem gsm per la messaggistica ;
4900 euro l’anno la banda simmetrica (2000 kbps sia in download che in upload, banda garantita 1000 kbps) ;
150 euro al mese per la gestione di 4 streaming (32 kbps mp3, 64 kbps AAC+, 128 kbps mp3, 64 kbps windows media), ciascuno con 100 utenti contemporanei".
Marco ha dimostrato, come me, grande precisione e grande passione in questa improbabile scommessa col futuro. Io aggiungerei, oltre ai costi, i vantaggi. All'inizio vi sembreranno futili. Ma rileggeteli un po' di volte... Potreste prenderci la mano...
I vantaggi:
- Enorme visibilità personale nel mondo dei vostri stessi addetti ai lavori (ad esempio nel campo del giornalismo o della comunicazione radiofonica): noi siamo due tecninci, due dj, forse due giornalisti, due appassionati della radio. Cerchiamo di dimostrare che ce la possiamo fare e in fondo, tra dieci anni, possiamo dire di essere stati i primi a sperimentare e ad investire su questa nuova tecnologia.
- Propagazione totale del proprio gusto personale (in questo caso musicale) a tutto il Mondo di Internet.
Voi che dite? Ne è valsa la pena?
Io dico proprio di si.
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 00:58 4 commenti
giovedì 21 dicembre 2006
Intervallo pubblicitario
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 20:49 0 commenti
martedì 19 dicembre 2006
Scarica tre film: 50.000 euro di bolletta.
Colgo allora l'occasione per parlarvi di un'inchiesta che ho svolto recentemente per Ecoradio 88,3 Fm riguardante proprio le truffe derivanti dall'utilizzo scorretto delle ormai diffuse Connect Card offerte da tutte le compagnie di telefonia mobile attualmente presenti in Italia.
La connessione ad Internet avviene in due principali modi: con o senza fili. Nel primo caso ci troveremo di fronte ad una normale connessione Adsl (Alice di Telecom ad esempio) o a fibra ottica (Fastweb). Nel secondo caso invece per connetterci alla Rete utilizzeremo o un Cellulare o una Connect Card.
Sia il cellulare che la connect card si avvalgono di una tecnologia che prende il nome di UMTS, e permette di navigare in Internet senza l'ausilio di cavi. Tale sistema, però, ha due principali limitazioni: la velocità di connessione e la quantità di dati scambiati.
Veniamo al primo punto: la velocità. Dimenticatevi che una Connect Card o un Cellulare possano andare veloci quanto una normale Adsl. La differenza tra le due modalità è enorme. Ma soprattutto, non credete agli operatori che vi promettono connessioni addirittura "Fino a 20 Mega" perchè non è vero. La dicitura "Fino a", infatti, si basa sulla teoria che in condizioni ottimali (cioè se in tutto il Mondo fosse collegata UNA SOLA persona) la linea potrebbe andare ad una velocità di 20 megabyte al secondo ma, poiché nella realtà ciò non avviene, la situazione è molto diversa. La velocità reale, infatti, è ottenuta tramite una semplicissima operazione: prendete la banda totale di connessione che un operatore offre in una data zona d’Italia (ad esempio 20 mega nella parte Nord ed Est di Roma), e la dividete prima per 8, e poi per tutti gli utenti che in quel momento sono connessi tramite quell’operatore in quella zona.
A peggiorare le cose poi vi è la ricezione: meno forte sarà il segnale più lenti andrete nel web. Se con una Adsl scaricate un mp3 in 5 minuti, con una Connect Card ci impiegherete anche due ore. Se con una Adsl aprite la home page della Lumsa in pochi secondi, con l’UMTS potresti impiegarci anche 5 minuti.
Ma veniamo al secondo punto: la quantità di dati che potete scambiare. Ogni operatore impone dei limiti al consumo di Internet. La Tre, per esempio, offre 25 Megabyte al giorno per 25 euro al mese. Ogni megabyte che supera quel limite viene tariffato di 60 cent (cioè soltanto 10 mb equivalgono a 6 euro...).
Ma qual è la parte più subdola di tutta questa storia? Le grandi compagnie telefoniche giocano sul fatto che voi lo supererete comunque quel limite. Quando qualcuno si connette ad Internet lo fa per un motivo, o perché non ha nulla da fare. Ma navigando, già dai primissimi secondi in cui si è di fronte allo schermo, la nostra attenzione viene subito catturata da qualcosa. Voi-navigatori non sarete disposti per nessun motivo ad interrompere quello che state facendo solo perché la vostra connessione ha dei limiti. Magari starete attenti i primi giorni, ma col passare del tempo non farete più attenzione al “contatore” dei dati perché penserete: “in fondo cosa saranno mai pochi centesimi in più rispetto al canone mensile?”
L’inchiesta che ho portato avanti ha dimostrato, anche per tristissima esperienza personale, che gli utenti che hanno usufruito del servizio UMTS senza fili hanno pagato in media il 60% in più di quello che avrebbero dovuto pagare realmente se si fossero mantenuti all’interno delle limitazioni contrattuali.
Provate voi stessi ad imporvi dei limiti mentre navigate nel web. Non ci riuscirete, anche quando avrete spulciato per bene le condizioni contrattuali. Provate ad interrompere una chattata o la fruizione di un testo con decine di link che vi rimandano ad altro, così di colpo. Provateci. Perché anche se in passato questa inchiesta l’ho chiusa dimostrando la mia tesi, ancora un interrogativo è rimasto aperto, una domanda a cui non ho ancora dato risposta: è giusto che tutte le compagnie telefoniche impongano dei limiti alla fruizione di Internet sapendo che tali limiti verranno in ogni caso superati?
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 18:35 0 commenti
domenica 17 dicembre 2006
Un pugno nello stomaco
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 01:26 1 commenti
venerdì 15 dicembre 2006
Perchè il mio blog si chiama così? (il post è molto lungo ma credo valga la pena di leggerlo...)
Anche se questi principi possono essere estesi a chi lavora in altri settori, gli esempi che userò vengono tutti dal giornalismo, poiché la maggioranza di coloro che conosco e con cui ho lavorato vogliono diventare giornalisti, e questo é il campo in cui ho principalmente lavorato. Prima che mi ascoltiate, vi voglio avvisare di non basarvi soltanto sulla mia parola. Non posso garantirvi che questo approccio funzionerà nel vostro caso. Dovreste ascoltare i consigli del maggior numero di persone possibile. Alla fine siete voi a dover decidere: non lasciate che io o nessun altro decida per voi.
Il primo consiglio che voglio darvi é questo: guardatevi dal seguire i consigli di carriera che vi dà la vostra scuola. Nelle scuole di giornalismo, ad esempio, agli studenti viene continuamente inculcato che, anche se il loro desiderio é di scrivere sullo sviluppo dell'America Latina, per raggiungere la necessaria qualificazione ed esperienza, devono trascorrere almeno due anni lavorando in un giornale locale, poi devono cercare lavoro in un giornale nazionale, e solo allora potranno cercarsi una nicchia che li porti vagamente vicini al settore in cui vogliono lavorare. Vi viene detto, in altre parole, di percorrere una strada che vi porta nella direzione esattamente opposta a quella che volete prendere. Volete andare in America Latina? Allora dovete prendere la metropolitana e andare in redazione. Volete scrivere sul movimento Zapatista? Prima dovete imparare a trasformare comunicati stampa aziendali in "notizie". Volete essere liberi? Prima dovere imparare ad essere servi.
Chi consiglia sostiene che una carriera di questo tipo é indispensabile se non volete cadere nella "trappola" della specializzazione: ovverossia, se volete essere abbastanza eclettici da rispondere alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro. Ma la verità é che proprio seguendo questo consiglio che diventate degli specialisti: specialisti nel riciclaggio di ciò che i ricchi e i potenti considerano notizie. E dopo qualche anno di questo, non siete più buoni per molto altro.
Questa carriera, in altre parole, é anti-formativa. Ti insegna a fare quello che non vuoi fare, a essere quello che non vuoi essere. Solo una personalità eccezionale é in grado di sopravvivere a questo processo con i suoi obiettivi ed ideali intatti. In realtà ci vuole una personalità eccezionale anche solo per emergere vivi da questo processo. Ciò che il mondo dei grandi interessi economici e delle istituzioni vuole che voi facciate é esattamente l'opposto di quello che voi volete fare. Essi vogliono che voi siate uno strumento affidabile, qualcuno che pensi, ma non per se stesso, che pensi per l'istituzione. Potete fare quello che volete solo se ciò corrisponde con gli obiettivi della grande azienda per cui lavorate, non solo occasionalmente, ma continuamente, negli anni (é per me fonte di meraviglia come gli ideali di molte persone finiscono per adeguarsi alle necessità del potere istituzionale, comunque queste necessità possano mutare ed evolvere, dopo che uno ha lavorato in una grande azienda per un anno o due).
Perfino una persona intelligente e determinata perde quasi immediatamente la direzione in un mondo simile. Si diventa così indaffarati nel soddisfare le richieste del datore di lavoro e sopravvivere nel mondo ostile in cui ci si é ficcati che non rimane tempo o energia per sviluppare la carriera che si vuole veramente seguire. E la carriera va costruita: non si materializza da sola. L'idea, così spesso conclamata dai novizi che sono a disagio con la scelta che hanno fatto, che essi saranno in grado di riformare l'istituzione dal di dentro, cosicché possa riflettere i loro ideali e codici morali, é semplicemente ridicola. Nonostante tutte le chiacchiere recenti sulla "responsabilità sociale delle grandi aziende", esse rispondono al mercato e agli interessi dei loro azionisti, non alla coscienza dei loro impiegati. Perfino l'amministratore delegato ha una limitata capacità d'intervento: nel momento in cui la sua coscienza entra in conflitto con gli interessi non-negoziabili dell'azienda - produrre un profitto e aumentare il valore della azioni - si é fuori.
Ciò non significa che non ci siano opportunità per seguire i vostri ideali all'interno del mondo istituzionale. Ce ne sono alcune, generalmente fuori della norma: programmi specializzati e riviste, alcune sezioni di alcuni giornali, piccole società di produzione i cui capi non hanno abdicato ai propri principi. Trovare lavoro in posti così é raro, ma se ne trovate uno, coltivatelo con vigore e costanza. Se, dopo che ce l'avete fatta, scoprite che non é quello che sembrava, o se venite continuamente esclusi da quello che vorreste fare, non esitate e sbattete la porta.
Né ciò significa che non dobbiate fare assolutamente esperienze di lavoro in grandi aziende di cui non accettate la visione dell'universo, dove siano disponibili esperienze e capacità essenziali che potete imparare a loro spese. Ma dovete mantenere assolutamente la lucidità sui limiti di questa esperienza, e dovete andarvene non appena avete imparato quello di cui avevate bisogno (in genere non più di alcuni mesi) e l'azienda comincia a estrarre da voi più di quello che voi prendete da essa. Quante volte mi é toccato di ascoltare da uno studente che stava cominciando a lavorare per una grande azienda, che avrebbe speso al massimo due o tre anni, guadagnando il denaro di cui aveva bisogno, per poi andarsene e seguire la carriera prescelta? Quante volte ho poi incontrato la stessa persona, anni dopo, per scoprire che aveva acquisito un tipo di vita, una macchina e un mutuo a livello del suo salario, e che gli ideali iniziali erano sbiaditi nella nebbia della memoria, e venivano ora dismessi come una fantasia post-adolescenziale? Quante volte ho visto persone libere gettare via la loro libertà?
E così il mio secondo suggerimento riecheggia il consiglio politico di Beniamino Franklin: ogniqualvolta vi si pone una scelta tra libertà e sicurezza, scegliete la libertà. Altrimenti perderete entrambe. Chi vende l'anima per la promessa di un lavoro e un salario sicuro viene scartato non appenda diventa superfluo. Più leali siete verso un'istituzione, più sfruttabili e quindi spendibili diventate.
Ciò non significa però che possiate cominciare a fare esattamente quello che volete fin da subito e guadagnare quello che desiderate. Ci sono tre diverse strade che mi sento di raccomandare.
La prima strada consiste semplicemente nel cominciare nel modo in cui volete proseguire. In questo modo é probabile che per un pò non siate in grado di sostenervi finanziariamente, cosicché dovrete procurarvi qualche altro lavoro che vi faccia guadagnare abbastanza da sopravvivere ma che non consumi troppa energia mentale. Se volete scrivere del movimento Zapatista in Messico, guadagnate prima il denaro necessario per il viaggio e poi cominciate a scriverne. Se volete che funzioni, dovete essere intraprendenti. Investigate tutti i possibili utilizzatori delle storie a cui sperate di assistere: riviste, giornali, stazioni radio e TV, siti web e case editrici.
Dovreste avere una chiara visione di quello di cui volete scrivere prima di partire, pianificate con cura e trovare il maggior numero possibile di contatti tra le persone che hanno una qualche conoscenza dell'argomento. Ma nello stesso tempo dovete essere pronti a raccontare altre storie in cui vi imbatterete, che possono trovare un'accoglienza che non vi aspettereste. Per esempio potete imbattervi in una storia di flora o fauna selvatica mentre siete sul posto che, pubblicata su una rivista di Natura, può aiutare a finanziare il vostro viaggio. Potete guadagnare qualcos'altro con un articolo di viaggio, o qualcosa per una rivista di architettura o un programma di cucina. Le case editrici sono qualche volta felici di trovare del materiale nuovo (anche se molto spesso non lo capiranno). Lavorate per la maggiore diversità di media possibile e non desistete.
Siate pronti a viaggiare e a vivere il più parsimoniosamente possibile: nei primi quattro anni di libera professione (se così si può chiamare) sono sopravvissuto con 9 mila euro all'anno. Adesso vivo con 5 mila euro all’anno. Questo é un grande esercizio formativo per un libero professionista, indipendentemente dal successo cha ha. Se riuscite a vivere con cinquemila euro all'anno avete sei volte la sicurezza di chi ne ha bisogno di trentamila per tirare avanti.
Lavorate sodo, ma non abbiate fretta. Costruite la vostra reputazione lentamente e con costanza. E tenete in mente che la specializzazione, se usata intelligentemente e a dispetto di tutto ciò che vi dicono nelle scuole di giornalismo, non é una trappola ma é casomai uno strumento per sfuggire alla trappola. Potrete diventare la persona a cui tutti gli editori pensano quando hanno bisogno di trattare un evento da una prospettiva particolare (cioé la vostra). In questo caso sono loro che devono adeguarsi alla vostra visione del mondo, invece dell'opposto. É sorprendente quanto in fretta si possa diventare degli "esperti" in un settore particolare: semplicemente perché pochissimi altri ne sanno qualcosa. Troverete delle opportunità e le opportunità troveranno voi.
La seconda strada é la seguente: nel caso in cui il mercato per il tipo di lavoro che volete produrre vi sembra, di primo acchito, inaccessibile, cercate di arrivarci con altri mezzi. Se volete ad esempio scrivere sul problema dei senza-casa (che é uno dei grandi problemi negletti delle società sviluppate) può essere più facile trovare lavoro con uno dei gruppi che cercano di assistere i senza-casa. Imparate il mestiere studiando i problemi, e gradualmente cominciate ad occuparvi di giornalismo. Anche se questo approccio vi allontana di un passo o due dal vostro obiettivo, almeno lavorerete con gente che ha esperienza diretta dei problemi che vi interessano, piuttosto che con gli alienati negli uffici stampa delle grandi aziende, che hanno dimenticato i loro sogni e che non conoscono del mondo più di coloro che li hanno consigliati e aiutati ad ottenere quei lavori.
La terza strada é più dura, ma altrettanto valida. Viene perseguita da chi ha capito le limitazioni portate da qualsiasi coinvolgimento con i datori di lavoro tradizionali e da chi si é creato un proprio sbocco commerciale per il proprio lavoro. Molti paesi del mondo hanno un certo numero di giornali e stazioni radio e TV alternative, condotti da volontari che sbarcano il lunario con altri mezzi: lavori part-time, pensioni o sussidi governativi. Queste sono in genere persone che hanno coraggio e determinazione formidabili, che hanno posto i loro ideali fermamente al di sopra dei loro agi. Lavorare con costoro può essere un gran privilegio e fonte di grande ispirazione per la semplicissima ragione che loro (e quindi voi) sono liberi mentre gli altri non lo sono. Tutto il denaro e tutto il prestigio del mondo non potranno compensarvi per la perdita della libertà.
Ed ecco il mio consiglio finale: se dovete scegliere tra l'occuparvi della realtà o occuparvi di ciò che Erich Fromm chiama il mondo "necrofilo" del potere e del denaro, scegliete la vita, qualunque sia il costo apparente di questa scelta. I vostri amici all'inizio vi guarderanno dall'alto in basso: povera Nina, ha ventisei anni e non é ancora riuscita a comperarsi una macchina. Ma coloro che hanno messo denaro e potere al di sopra della vita vivono nel mondo dei morti, in cui i viventi appendono al muro le loro lapidi - i diplomi incorniciati che simbolizzano l'accettazione di quel mondo -. Ricordate che perfino il direttore del Times, con tutto il suo prestigio e i suoi guadagni, non é nient'altro che un funzionario, che prende ordini dal suo capo. Ha meno libertà di noi, ed essere il direttore del Times non é poi questo granché.
Avete una vita sola e lo sapete. É una cosa preziosa, straordinaria e non ripetibile: il prodotto di miliardi di anni di caso ed evoluzione. Perché dovete sprecarla consegnandola ai morti viventi?
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 17:24 2 commenti
Friggi e Mangia - 15 dicembre 2006
ITALIA / Fecondazione: in Spagna un paziente su due e' italiano. Da 2.500 a 5.500 euro in soli tre anni. Si tratta dei costi dell'ovodonazione in Spagna, cresciuti per merito delle coppie italiane in cerca della fecondazione con ovuli e spermatozoi di altre persone, vietata in Italia dalla legge 40.
ITALIA / Solo lo 0,22% degli utenti accetta di pubblicare il proprio numero di cellulare. Seat Pagine Gialle sta per pubblicare i nuovi elenchi telefonici e i risultati non lasciano incertezze. Solo lo 0,22% degli utenti ha deciso di pubblicare il proprio numero di telefono, lo 0,99% ha reso pubblico l'indirizzo e-mail, il 3,54% ha dato il consenso a ricevere pubblicita' postale, 1,79% ha detto si' alle operazioni di telemarketing. I dati danno un senso della privacy molto spiccato, in linea con cio' che accade in Europa.
USA / New York dichiara guerra ai cibi grassi dei fast food. Disco rosso per i grassi idrogenati nei ristoranti di New York. La municipalita' ha votato per mettere a bando gli ingredienti piu' pericolosi per la salute. Di grassi insaturi idrogenati sono imbevuti hamburger, patatine fritte, pane e pizza di non ottima qualita'. La misura, che entrera' in vigore nel luglio del 2007 e solo dopo un periodo di moratoria di tre mesi vedra' fioccare le multe, prende di mira soprattutto i fast food.
DANIMARCA / Dopo 21 anni gli scienziati escludono una relazione tra tumori e uso del cellulare. Da uno studio della durata di oltre 21 anni condotto in Danimarca su 420 mila utenti di cellulari e' emerso che l'uso dei telefonini non causa il cancro. Altre indagini avevano collegato la comparsa dei tumori con l'utilizzo eccessivo degli apparecchi. Secondo invece il Danish Institute of Cancer Epidemiology non esiste un'associazione tra i rischi di avere il cancro e l'uso a breve e lungo termine del telefonino.
AUSTRALIA / Clonazione terapeutica: via libera dal Parlamento. Malgrado la contrarieta' del primo ministro J.Howard e di vari dirigenti politici, il Parlamento australiano ha tolto il divieto alla clonazione di embrioni umani destinati alla ricerca con le cellule staminali. La normativa che autorizza la clonazione terapeutica e' stata approvata dalla Camera con 82 voti a favore e 62 contrari, e poiche' il Senato l'aveva votata il mese scorso, la legge ora diventa operativa.
EUROPA / Dusseldorf ha l'aeroporto piu' puntuale. A Londra Gatwick e Heatrow ci sono stati i ritardi maggiori nei voli in partenza diretti entro l'Europa, nel terzo trimestre 2006. Nella classifica segue Roma-Fiumicino, terzo aeroporto sui 27 principali. Sesto Milano-Malpensa. E' quanto emerge dai dati dell'Aea, l'associazione delle aviolinee europee (escluse le lowcost). Miglior scalo e' Dusseldorf con solo il 16,4% dei voli in ritardo, meno della meta' di Fiumicino.
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 02:50 0 commenti
Non sempre l'adulto uomo ricorda di essere stato un bambino
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 02:30 0 commenti
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Un corto dalla serie Tv dei Griffin...
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 02:29 0 commenti
mercoledì 13 dicembre 2006
La stanza ad "arta" tecnologia...
PER GLI ESPERTI DI MONTAGGIO: Ho sperimentato un nuovo plug-in di Adobe Premiere che permette alla scritte di seguire gli oggetti anche se la telecamera "balla" un pochino... State a guardare il video avrà un tocco irreale...
Pubblicato da Ocean's Twelve alle 19:55 0 commenti
Caccia frenetica alle schede bianche: sono valide per la Lotteria Italia
ROMA – Tanto tuonò che piovve: la Giunta per le elezioni del Senato ha deciso di ricontare le schede bianche. Il metodo? Discutibile ma efficace. Affidarsi alla suerte. La maggioranza tiene il banco e l'opposizione, per un fondamentale principio di civiltà giuridica, spera in una botta di c**o.
Il sistema è il seguente. Le eventuali schede valide saranno abbinate ai rispettivi seggi senatoriali e sorteggiate fra i due schieramenti. L'estrazione avrà luogo il 6 gennaio 2007 nel corso del programma 'Brogliando con le schede', il nuovo show condotto da Beppe Pisanu per la regìa di Cremagnani & Deaglio.
C'è però un correttivo. Anziché partecipare al sorteggio sarà possibile, per i leader di coalizione, procedere direttamente all'acquisto del seggio (e del relativo occupante) in vista del prossimo voto di fiducia. Requisito unico ma indispensabile: possedere adeguata disponibilità finanziaria, al netto delle tenute in Sardegna.
Che i voti vengano trovati o meno e che le schede risultino in numero uguale o diverso da quello ufficiale non ha importanza. Le bianche in eccesso saranno comunque poste in vendita fra i cittadini come tagliandi per concorrere alle tasse settimanali, nel rispetto dei criteri della finanziaria.
Va detto che il materiale (ottenuto da cellulosa pregiata, ornato di motivi vivaci e con incisione finissima) è passibile di molti altri utilizzi: per decorazioni natalizie, parati, cartoline, souvenir, tovaglioli... insomma per tutte le finalità consentite dalla carta bianca. Ma si consiglia vivamente di votare la scheda, spedirla al Ministero dell'Interno e sperare nell'estrazione di un partito di centrosinistra. Purché diverso dalla Rosa nel Pugno.
Infine il Governo ha pensato a una magnifica strenna per tutti gli italiani che hanno manifestato contro la finanziaria lo scorso 2 dicembre. È in vendita presso i migliori giocattolai il Tombolone di Romano Prodi, che permette di rimpinguarsi le tasche giocando contro i parenti proletari a Natale. Non è vero che il Tombolone – precisa una nota di Palazzo Chigi – è truccato. Se in qualche sacchetto manca il 90, ciò unicamente dimostra che la maggioranza non ha paura del nuovo conteggio.
In Consiglio dei Ministri invece si è tenuto un drammatico Mercante in fiera. Il vincitore poteva ottenere un bonus da impiegare secondo le necessità del suo Ministero. Padoa-Schioppa, che voleva risanarci il bilancio, ha pescato Funghi e carote. Poi per rifarsi ha comprato anche la Rosa nel Pugno e ha perso tutto.
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Le web radio: da Marconi a Internet.
L'invenzione della radio è frutto di una serie di esperimenti che si sono tenuti alla fine dell'Ottocento e che dimostrarono la possibilità di trasmettere informazioni tramite le onde radio, nell’aria. L'invenzione “ufficiale” della radio, risale al 1896 quando un giovane scienziato italiano, Guglielmo Marconi trasmette il primo segnale radio a Pontecchio (Bologna) e sarà ascoltato a due chilometri di distanza. Siamo alle porte del 2007 e in uno spazio di più di 100 anni cadono le antenne e si fa spazio alla musica via Internet.
Nostalgici della vecchia radiofonia, questo articolo non fa per voi. La Rivoluzione Digitale, come è stata chiamata, è ormai tra noi, in un epoca, come quella contemporanea, in cui i canali di informazione si moltiplicano sempre più per dare voce a tutti. Tutto questo grazie alla rete delle reti: Internet.
Nell’era della tv e dei reality show, Internet ha forse salvato la radio dall’estinzione, che ha cambiato nome e adesso si fa chiamare web radio; e non ci sarà più bisogno di un mezzo radiofonico per ascoltarla, ma basterà una semplice connessione a banda larga al web (Adsl). Ma come funziona una web radio?
Il meccanismo di una web radio è molto semplice. Chi decide di aprirne una, deve dotarsi di un personal computer molto potente e una connessione ad Internet ad alta velocità (ad esempio Fastweb o Alice). Dopodichè bisogna stabilire un contratto con una compagnia di “broadcasting”, termine un po’ difficile da masticare ma che è alla base di questa nuova tecnologia. Una volta fissato questo accordo, infatti, invierete tramite una connessione internet la vostra musica verso un centro chiamato “server”, il quale provvederà a smistarla in tempo reale a tutti gli utenti che in quel momento sono connessi alla vostra radio e vi stanno ascoltando. Ma cosa cambia rispetto ad una normale radio?
Il problema delle radio cosiddette “analogiche”, cioè quelle che ascoltiamo tramite un’antenna o in macchina, hanno il problema della limitazione del territorio: le frequenze, infatti, ricoprono solo una piccola parte del territorio italiano, e una radio, per definirsi “nazionale”, deve possedere decine e decine di frequenze in tutta la penisola. Questo comporta costi altissimi di gestione, ed è proprio l’abbattimento del fattore economico una delle cause che ha portato alla larghissima diffusione delle web radio.
Sappiate infatti che possedendo una web radio non sarete più limitati dal territorio in cui vivete, perché, grazie alla diffusione di Internet, potrete trasmettere la vostra musica in tutto il mondo, senza pubblicità, ma soprattutto senza interferenze, perché i flussi audio viaggiano nei cavi telefonici e non nell’aria.
I tempi sono cambiati, e le radio non si ascoltano più come una volta. La web radio, infatti, nasce per fornire un tappeto sonoro all’uomo collegato ad un computer, o se vogliamo è la voce del computer che vuol sedurre l’uomo perché resti più tempo possibile ad accarezzarlo.
Vi starete chiedendo quali sono i costi… Beh, non pretenderete di avere una radio privata e cavarvela con poco… Sappiate che la spesa media annua è di 5 mila euro se non c’è pubblicità, ma volete mettere la soddisfazione di dire “questa radio l’ho fatta io!”?
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Il sesso in Rete, una lama avvelenata.
Corriere della Sera 11 dicembre 2006
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