mercoledì 13 dicembre 2006

Il sesso in Rete, una lama avvelenata.

Una ragazza di sedici anni tenta il suicidio perchè il suo ex fidanzato ha inviato a tutti i loro conoscenti le foto erotiche che le aveva fatto. In una scuola alcuni ragazzi e ragazze di tredici anni fanno sesso orale e lo diffondono col cellulare. Un'altra ragazza della stessa età fa foto porno a pagamento. E' solo la punta dell'iceberg.Perchè succede? Colpa dei telefonini che consentono di fare foto e inviarle a chiunque? Ma prima si poteva fare lo stesso con le polaroid. La vera ragione è un'altra: un cambio del costume dovuto ad Internet.Oggi un ragazzino di 12 anni, cliccando una parola innocua come "sesso", può accedere a decine di migliaia di foto o filmati di pornografia estrema: un invito all'imitazione. Fino a pochi anni fa le conoscenze sessuali si sviluppavano in parallelo alle esperienze amorose, oggi vengono fornite da internet nella loro forma più arida, brutale, promiscua. La nuova generazione viene educata al sesso senza calore, la tenerezza, la ricchezza dell'amore. Il sesso, preso da solo, è leggero, divertimento, gioco, scherzo. Ma nell'essere umano c'è anche l'amore. E l'amore è dramma, perché riguarda l'essere, il senso della vita. L'amore è estasi o tormento, vita o morte. L'amore ci dona la più grande felicità, ma anche attesa, angoscia, gelosia, batticuore. E la pallottola leggera del sesso lo può uccidere. Prendiamo due ragazzi di vent'anni profondamente innamorati. E' il primo vero grande amore della vita, l'esperienza cruciale che plasmerà il loro futuro. E ora qualcuno manda all'uomo il filmato dei rapporti sessuali che la ragazza ha avuto, nel passato, con un altro, o li mette in Internet. Per l'amore quel filmato è una lama avvelenata, una pallottola sparata nel cuore.Ogni civilità elabora il delicato rapporto sesso-amore, lo insegna ai bambini e agli adolescenti con grande cura. Noi l'abbiamo lasciato agli speculatori della pornografia di Internet e non siamo nemmeno capaci di rendercene conto. La mia è una denuncia e un'accusa: non basta proteggere i bambini dalla pedofilia, dobbiamo proteggerli da un'educazione pedo-pornografica. E non ditemi che non ci sono rimedi. Non ci sono perchè nessuno si è reso conto del problema e lo ha affrontato. I politici e i magistrati la studino e trovino soluzioni. Sia ben chiaro che non chiedo la messa al bando della pornografia: gli adulti facciano ciò che vogliono. Ma venga protetta l'infanzia da un'educazione emozionale che potrebbe essere catastrofica.

Corriere della Sera 11 dicembre 2006

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